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L’arsenale torna a vivere e trasforma quella che in origine fu una vocazione militare in un luogo di attività mirate a riportare vita, operosità e cultura nel cuore città. Da molto tempo amministrazioni e cittadinanza desideravano ridare valore ad un’area importante sia sotto il profilo storico, sia architettonico, con l’intento di restituire ad un complesso per troppo tempo abbandonato e degradato, un nuovo impulso creativo capace di far convergere in un unico spazio, cultura, arte e socialità.

 

L’arsenale è stato fino ad oggi un luogo di memorie, memorie di un passato non troppo lontano, un enorme stabilimento militare realizzato per volontà del generale Radetzky, fra il 1854 e il 1861, per l’Impero austriaco, in un’area racchiusa fra l’Adige e l’antica fortezza di Castelvecchio.

 

Il complesso dell’arsenale Franz Josef, già a partire dagli anni ’20 del secolo scorso, iniziò a perdere la propria destinazione d’uso prettamente militare, per cadere, a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, in un inesorabile destino di decadenza.

 

La conseguenza fu che, nel dopoguerra, l’arsenale, pesantemente danneggiato, perse di valore tanto da finire tra i beni cedibili del demanio, rischiando la demolizione. Un lento degrado che piano piano tolse prestigio all’intera area.

A 160 anni dalla sua realizzazione l’arsenale torna a nuova vita ridando valore alla radice etimologica araba da cui deriva: dar as-sina, casa del lavoro.

 

L’arsenale Franz Josef oggi diventa casa dei mestieri, delle arti, della cultura, ma soprattutto luogo dove il cittadino potrà ritrovare il piacere dell’incontro e del confronto, in un complesso progettato fin dalle sue origini per essere funzionale e per garantire condizioni ottimali grazie ad una perfetta organizzazione spaziale che qualifica l’architettura dell’intero complesso.